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Dan Dănilă (nato 1954) è un poeta romeno, traduttore e pittore che abita in Leonberg, in Germania, dal 1990. Nacque nel 1954 nel villaggio di Șura Mică vicino a Sibiu, dove si è diplomato al liceo artistico di Sibiu. Le sue poesie, racconti, traduzioni e la grafica sono stati pubblicati da importanti riviste letterarie in Romania, Germania, Danimarca, Canada e negli Stati Uniti. Ha pubblicato undici libri di poesie in romeno, e ha tradotto in romeno opere letterarie francesi e tedesche di François Villon, Rainer Maria Rilke, Wolf von Aichelburg e Georg Scherg. Per le sue traduzioni della poesia di Rilke, nel 2000, ha vinto il Premio LITERART XXI. Socio dell'Unione degli Scrittori della Romania e della Exil PEN Germania.


Opere


Poesie


Dintr-un sertar (Dentro un cassetto), Thausib Press, Sibiu 1993, ISBN 9739585507

Parcul Salvat (Il Parco salvato), Hermann Press, Sibiu 1994, ISBN 9739590195

Fals tratat despre seară (Falso trattato sulla sera), 1998, ISBN 9739590128

Poeme (Poesie), 2000

Neliniştea din cuvinte (Irrequietezza dentro parole), 2004, ISBN 3980935817

Calendar poetic (Calendario poetico), Brumar Press, Timişoara 2006, ISBN 9736022153

50 de Poeme (50 poesie), Timpul Press, Iaşi 2009, ISBN 9436123481

Atlantida există (Atlantide esiste), Limes Press, Cluj-Napoca 2011, ISBN 9789737266026

Sonetele din Suabia (Sonetti di Svevia), Limes Press, Cluj 2012, ISBN 9789737267873

Dimineață târzie (Tarda mattinata), Limes Press, Cluj 2013, ISBN 9789737267313

Ispita labirintului (La tentazione del labirinto), Karth Press, București 2014, ISBN 9786066365762


Traduzioni



Poezii (Poesie) – Wolf von AICHELBURG, 1996, ISBN 9739728545

Balade (Ballate) – François Villon, 1997, ISBN 9739781551

Divertisment estival (Interludio estivo) – Georg SCHERG, 1998

Versuri (Versi) – Rainer Maria Rilke, 1999

Poeme alese (Poesie scelte) – Rainer Maria Rilke, 2002, ISBN 9739949940

Cântecul Pescarilor... (La canzone dei pescatori...) – Walter Roth, 2010, ISBN 9786066040891

Poezii (Poesie) – Wolf von AICHELBURG, 2011, ISBN 9786068341118

 

POESIE
(traduzione italiana di Cristina Ciobotaru)
 
Silenzio
 
Evitare a volte i suoni come gli alberi
di un bosco circolare fatto di legno di violino
ma in modo che ti rimanga tanto silenzio da poter
ritornare a te stesso sempre, verso l’unico cielo
di tutte le parole dimenticate – la nostra meraviglia
è come un asfalto sempre più consumato, sul quale passiamo
verso un eterno, meraviglioso tramonto. Tempeste
stanche, i vecchi amori ritornano dalla loro primavera
quasi palpabile, quasi sapore indimenticato
sopra tutti i sogni. E che la storia possa essere
continuata da altre, più meravigliose, volontà
stupite dalla loro propria trasparenza, abituate
alle perdite ma tuttavia sempre degli angeli.
Con la bocca chiusa ma piena di parole rare
che hai raccimolato in una vita di carenze,
la tua lingua per la quale saresti capace di stare
all’angolo con la mano tesa e dentro i versi bianchi
per fasciare qualsiasi dolore. Il silenzio come un
paravento dietro il quale smonti il tuo cuore.
 
La bocca della verità
 
Apro il libro circa a metà
e appoggio il mio palmo nella sua bocca – però
mai mi morde, anche se mento
a volte che amo solo lei.
Un oracolo onnivoro può essere sdentato,
o può digiunare, sazio di carne di uomo,
di mani sperdute tra i fogli? La verità
sta probabilmente nel mezzo, il libro si sveglia
anche dopo un secolo se sente il calore
delle dita che lo sfogliano. Muove
i suoi fogli, fruscia come una cimice che
sembrava morta. Noi sentiamo quello che vogliamo
sentire, quello che possiamo sentire con questo senso
imperfetto di fiera addomesticata.
La bocca della verità parla attraverso le parabole.
E il suo silenzio, sempre attraverso le parabole tace e
ci terrorizza col sapore dell’infinito.
 
Motivi

Esiste sempre un motivo per disperare,
per sparire – il mondo come una donna amata che scorda
troppo in fretta o la fontana che tutte
le bocche assetate abbandonano. Forse l’aria
infedele che ci respira o una tempesta
scoppiata all’improvviso. I crolli inevitabili,
quasi desiderati, di stagione in stagione.
Altrimenti le piccole gioie, il vaneggiamento quotidiano,
l’ingenuità dei segreti (il filo d’erba, l’uccello,
la carne vegetale). La vita, il sentiero fra essi,
il camminare su questo filo. E a volte il tempo
sospeso dell’amore. Allora ti sembra di capire,
collegato a quella rete segretissima. Oppure
ti meravigli di tutto e ti rendi conto che qualcuno abbia scritto
in un altro secolo di questo. In un’altra lingua,
su un altro continente, e poi qualcuno ha tradotto
questi messaggi essenziali. Ma nessuno ha ancora descritto
il profumo della donna abbandonata all’alba,
un’ombra ora futile della quale ti sbarazzi
dopo aver districatto tutti i suoi nodi). E ancora i suoi capelli
tacciono, senza memoria, come un archetto sfilacciato
ed è troppo tardi per cercare ancora la partitura
  
Giorni e notti
 
Di giorno facevamo oroscopi, calligrammi,
mandala, giochi di parole, abbozzi,
poi nutrivamo il corpo. Lo spirito
si prendeva da sé la sua parte, senza domandare,
le sue vie erano ancora sconosciute.
Si rimetteva con un nonnulla, in segreto,
poiché cosi voleva il muscolo del cuore.
Ma di notte era tutt’altro:
nelle tenebre del mare, gli animali sottili
con nomi di fallimenti cominciavano a salire,
i lunghi sogni lottavano con le chimere
per conquistare il bastione delle palpebre,
le gerarchie degli abissi si schiarivano.
Paesaggi compressi cadevano dalle cornici,
la malinconia sbatteva spesso le ciglia come una diva.
Le loro lacrime erano tanto salate
quanto qualsiasi oceano – eeh, il buio,
che personale batiscafo alla deriva.
 
La poesia
 
Più scorre la vita, e più diventa leggera,
una mongolfiera riscaldata dal sole. Si libera
dei nastri colorati, zavorre e piombo
e sale verso la stratosfera, finché l’aria la sostiene.
Quando il cielo si fa quasi nero, una grande
tristezza la preme di nuovo verso terra, la tira
in basso verso il limite delle nuvole. Ma non sfugge
ai fulmini, da una forma perfetta sulla quale
il vento vibrava innamorato, rimane una povera
cornamusa rotta, una pelle di capra bagnata appesa
alla più alta cima del monte. Nessuno
le rivolge più neanche uno sguardo benché
dalla sua materia si potesse rifare il volo
o i manoscritti del mar morto,
un grande dipinto o una bandiera. Quasi
tutto si può riscrivere dalla memoria.
Il resto rimane un’altra sotria.
 
 
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